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Il segmento testuale Scienze naturali è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 243Analitici , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Sebastiano Timpanaro, Il Marchesi di Antonio La Penna in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]ei piú penetranti del suo libro, Marchesi conduce contro lo « studio delle
IL « MARCITESI » DI ANTONIO LA PENNA 633
fonti » una polemica che, in ciò che ha di giusto, è una battaglia di retroguardia, perché critica un metodo di scomposizione meccanica dell'opera d'arte e di riduzione del poeta a imitatore passivo dei suoi antecessori, che non era stato proprio nemmeno di tutta la filologia positivistica (anche il positivismo aveva avuto, nelle scienze naturali e umane piú ancora che nella filosofia, i suoi uomini d'ingegno e di genio) e che, comunque, era stato già superato proprio dalla migliore filologia tedesca (se con qualche seria ricaduta in un discutibile neoumanesimo e nazionalismo, non importa qui discutere). Di quel ben piú complesso e raffinato modo di porre il problema del rapporto tra l'opera poetica e i suoi antecedenti, che aveva prodotto già esempi insigni nel commento del Wilamowitz all'Eracle di Euripide o nella Kunstprosa e in altre opere di Norden o in lavori, pur discutibili per altri lati, di R. Heinze, Marchesi non avverte la[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] L. Gruppi, I rapporti tra pensiero ed essere nella concezione di A. Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]materia? Diremo che deve essere abbandonato il concetto di materia in senso generale e percid assoluto che ci riporta al materialismo metafisico. Diremo che ad ogni scienza spetta di definire la propria materia, vale a dire l'oggetto della propria ricerca. L'indagine non è infatti concepibile al di fuori di quell'indagine.
« E evidente che per la filosofia della prassi la " materia " non deve essere intesa né nel significato quale risulta dalle scienze naturali (fisica, chimica, meccanica, ecc. e questi significati sono da registrare e dia studiare nel loro sviluppo storico) né nei suoi significati quali risultano dalle diverse metafisiche materialistiche ».
« Le diverse proprietà fisiche (chimiche, meccaniche, ecc.) della materia, che nel loro insieme costituiscono la materia stessa (a meno che non si ricaschi in una concezione del noumeno kantiano) sono considerate, ma solo in quanto diventano " elemento economico" produttivo. La materia non è quindi da considerare come tale, ma come socialmente e storicamente organizzata per la produzione e quin[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] F. Papi, LA concezione della storicità nel pensiero di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]za il quale, necessariamente, si approda a qualche, piú o meno evidente, deformazione dogmatica. Secondo il mio giudizio tale criterio fondamentale è quello della storicità, e credo che non sarà difficile convenire qui in maniera pregiudiziale che esso svolge continuamente in tutta l'opera gramsciana la sua funzione critica e costruttiva nei confronti di qualsiasi ordine di problemi, da quelli economicopolitici a quelli della linguistica e delle scienze naturali.
Mio compito vuole essere quello di seguire all'interno dell'opera gramsciana quale significato la concezione della storicità assume, attraverso quali concetti o schemi categoriali si articola e a quali conseguenze ciò conduce, in quali limiti si trova ad essere conchiusa, e a quali feconde aperture teoretiche rimanda se venga interpretata nella direzione stessa del pensiero di Gramsci, sostituendo tuttavia ad alcuni dei piú incerti strumenti filosofici, di cui egli obiettivamente disponeva, i risultati speculativamente piú sottili e piú penetranti che la filosofia contemporanea ci offre dal[...]

[...]o il tessuto del pensiero di Gramsci, che derivi:
1) Una nuova concezione dialettica dell'oggettività. Gramsci si domanda: « Pare che possa esistere una oggettività exstrastorica ed exstraumana? Ma chi giudicherà di tale oggettività? », e afferma: «La formu
1 M. S., p. 141.
218 1 documenti del convegno
lazione di Engels che " l'unità del mondo consiste nella sua materialità dimostrata... dal lungo e laborioso sviluppo della filosofia e delle scienze naturali " contiene appunto il germe della concezione giusta, perché si ricorre alla storia e all'uomo per dimostrare la realtà oggettiva. Oggettivo significa sempre " umanamente ogge.tivo ", ciò che può corrispondere esattamente a "storicamente soggettivo ", cioè oggettivo significherebbe "universale soggettivo"» 1.
2) Critica al concetto di materia come « substrato » comune a tutto il reale, concezione questa in cui Gramsci riconosce un'ampia permanenza di « pensiero religioso » in senso aristotelicotomista il quale storicamente rivive nell'obiettivismo assoluto del positivismo e nel mito scientist[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] A. Sabetti, Il rapporto uomo-natura nel pensiero del Gramsci e la fondazione della scienza in Studi gramsciani

Brano: [...]Cosí il Gramsci ci appare particolarmente acuto nel fare l'analisi di una certa situazione, che si era venuta a determinare nella cultura italiana tra la prima e la seconda guerra mondiale e nel denunziare le tare di una particolare organizzazione della cultura, di cui ancora oggi risentiamo le conseguenze. K Le correnti filosofiche idealistiche — egli scrive — (Croce e Gentile) hanno determinato un primo processo di isolamento degli scienziati (scienze naturali o esatte) dal mondo della cultura. La filosofia e la scienza si sono staccate e gli scienziati hanno perduto molto del loro prestigio. Un altro processo di isolamento si è avuto per il nuovo prestigio dato al cattolicesimo e per il formarsi del centro neoscolastico. Cosí gli scienziati " laici " hanno contro la religione e la filosofia piú diffusa: non può non avvenire un loro imbozzolamento e una " denutrizione " dell'attività scientifica che non può svilupparsi isolata dal mondo della cultura generale... Questo disgregarsi dell'unità scientifica, del pensiero generale, è sentita: si è cerca[...]

[...] a tale tendenza che indubbiamente si delinea nelle forma
1 I., pp. 4647.
Alfredo Sabetti 245
zioni culturali marxistiche piú superficiali e meccaniche, quando denun zia la presentazione che si fa nel Manuale popolare di sociologia marxista del Bukharin della concezione oggettivistica della realtà del mondo esterno, presentazione da lui definita appunto acritica, quale quella del peggiore positivismo'. Egli reagisce contro la posizione che le scienze naturali ed esatte possono venire ad assumere « nel quadro della filosofia della prassi di un quasi feticismo, anzi della sola e vera filosofia o conoscenza del mondo » 2. Appellarsi al senso comune, per sostenere in nome di esso la cosí detta « realtà del mondo esterno », sostiene il Gramsci, contro il soggettivismo e l'idealismo che quella realtà tendono a negare, « ha unsignificato piuttosto " reazionario ", di ritorno implicito al sentimento. religioso » 3. « Poiché tutte le religioni hanno insegnato e insegnano che il mondo, la natura, l'universo è stato creato da Dio prima della creazione dell'u[...]

[...]re scienza là dove l'uomo non abbia sviluppato i mezzi idonei ad attuare il suo dominio sulla realtà naturale, in cui vive e di cui è parte, e rivendicare alla scienza stessa il suo carattere tecnicopratico senza per questo ridurla ad una mera giustapposizione e somma di nozioni o fatti empirici. u La formulazione di Engels che " l'unità del mondo consiste nella sua materialità dimostrata... dal lungo e laborioso sviluppo della filosofia e delle scienze naturali " contiene appunto il germe della concezione giusta, perché si ricorre alla storia e all'uomo per dimostrare la realtà oggettiva. Oggettivo significa sempre — scrive il Gramsci — " umanamente oggettivo ", cid che può corrispondere esattamente a " storicamente soggettivo ", cioè oggettivo significherebbe " universale soggettivo " » 2. L'oggettività della scienza, in altri termini, è una oggettività storicamente legata alla presenza dell'uamo e alla sua attività gnoseologicoproduttiva, ed è sempre dipendente dall'at
1 M. S., p. 55 sgg. Il corsivo è nostro.
2 M. S., p. 142.
Alfredo Sabetti 25[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] M. Tronti, Alcune questioni intorno al marxismo di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...] caso, perché il suo fondatore ha dedicato le sue forze intellettuali ad altri problemi, specialmente economici... » \ Una trattazione sistematica della filosofia della prassi « deve trattare tutta la parte generale filosofica, deve svolgere quindi coerentemente tutti i concetti generali di una metodologia della storia e della politica, e inoltre dell’arte, dell’economia, dell’etica e deve nel nesso generale trovare il posto per una teoria delle scienze naturali » 2. E infatti « ogni sociologia presuppone una filosofia, una concezione del mondo, di cui è un frammento subordinato » 3. La stessa dialettica, cioè il metodo, può essere esattamente concepito, solo se la filosofia della prassi è concepita come una filosofia integrale e originale che supera idealismo e materialismo tradizionali, esprimendo questo superamento proprio attraverso la nuova dialettica 4.

Vuol dire questo che dobbiamo accingerci ad una esposizione sistematica del marxismo? No: per Gramsci questo è possibile soltanto quando una determinata dottrina ha raggiunto la fase « classi[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] N. Vaccaro, La dialettica quantità-qualità in Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]l pensiero di Gramsci: si tratta infatti dell*interpretazione del concetto di necessità e regolarità nello sviluppo storico, dalla cui novità dipende il legame del materialismo storico con tutto lo sviluppo del pensiero moderno, nel senso che esso permette di porre il tema del soggetto in termini non speculativi, ma storicamente concreti.

Gramsci esclude decisamente che i concetti di necessità e regolarità nel movimento storico derivino dalle scienze naturali. La loro origine invece va ricercata nella metodologia della scienza economica di Ricardo, per cui i concetti di regolarità e di automatismo perdono ogni carattere di determinismo e meccanicismo. Infatti aH’automatismo nel senso nuovo si giunge partendo dalla rivelazione scientifica dell’apparizione storica di determinate forze prodotte dall’operare umano ed aventi un carattere di permanenza.

L’automatismo viene quindi ad essere prodotto storico, risultato deH’operare umano stesso. Ma proprio con l’averlo riportato senza residui all’interno del mondo umano, se pur è vero che la sua rilevab[...]

[...]ene a collocarsi in una nuova luce. Se teniamo presente quel che Gramsci dice1, vediamo che non solo è qui fuori discussione ogni posizione idealistica, in quanto riducibile sempre aH’assurdo solipsistico, ma che egli del pari respinge l’affermazione del senso comune avente carattere di materialismo metafisico, benché esso concluda « materialmente nello stesso modo » della filosofia della prassi. Qui ovviamente c’imbattiamo nella questione delle scienze naturali e quindi nella grossa questione della dialettica della natura che qui solo sfioreremo. Ricordiamoci che nei limiti della presente ricerca questo problema a noi interessa principalmente per poter

1 Af. S., pp. 5455.334

1 documenti del convegno

spiegarci il perché deH’affermazione di Gramsci che in fisica dalla quantità non si esce se non per metafora. Ora, se la scienza è vista principalmente come un « rapporto fra uomo e realtà con la mediazione della tecnologia » (come tecnologia va considerato non solo lo strumento materiale, ma anche lo strumento mentale), questo comporta un unic[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] A. Zanardo, Il «manuale» di Bukharin visto dai comunisti tedeschi e da Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...] aspetti è fuori della socialdemocrazia, finisce con il rimanervi dentro per la sua concezione positivistica e in sostanza subalterna del marxismo. Lukàcs, come si è visto, finiva, in. quegli anni, col rimanervi fuori astrattamente.

Il grosso della critica filosofica di Gramsci si intreccia intorno ai problemi della sociologia e del materialismo filosofico con tutte le loro implicazioni (previsione, regolarità degli accadimenti, determinismo, scienze naturali...) e intorno al problema della collocazione storica del materialismo di Bukharin.

Il Manuale parte dalla distinzione rigida fra generale e particolare, fra teoria e storiografia, e vuol essere un’indagine di ciò che è generale prima nella realtà naturale e umana, poi nella vita della società e in particolare della società moderna. Prima vengono trattati i principi universali, i concetti metodologici della sociologia: regolarità, causa, libertà, necessità, caso, trasformazione; poi viene costruita la sociologia vera e propria: la società, gli stati di equilibrio, squilibrio e riequilibrio [...]

[...] della società e in particolare della società moderna. Prima vengono trattati i principi universali, i concetti metodologici della sociologia: regolarità, causa, libertà, necessità, caso, trasformazione; poi viene costruita la sociologia vera e propria: la società, gli stati di equilibrio, squilibrio e riequilibrio fra: la società e la natura, fra i vari elementi della società. La sociologia è per Gramsci una indebita estensione dei metodi delle scienze naturali alla scienza della società, « un tentativo di ricavare sperimentalmente le leggi di evoluzione della società umana in modo da prevedere l’avvenire con la stessa certezza con cui si prevede che da una ghianda si svilupperà una quercia », « un tentativo di descrivere e classificare sistematicamente fatti storici e politici, secondo criteri costruiti sul modello delle scienze naturali » 1. Si pretende di concepire la realtà con un’astrazione schematica, con una metodologia e una logica « esistente in sé e per sé » 2. Criticare questa posizione non significa rinunciare alla comprensione intellettuale, cadere in forme di nominalismo nella concezione della

1 M. S., p. 125.

2 M. S., p. 62.Aldo Zanctrdo

357

realtà o della conoscenza1, bensì porre fra sociologia e storia, schema e attività concreta, tecnica e pensiero in atto, assoluto e relativo (secondo la forma in cui il problema volta a volta si presenta a Gramsci) un rapporto articolato, dialettico2. Implicite [...]

[...]teleologia e il concetto di missione storica.

4 M. S., p. 161.

5 M. S., p. 61.

6 M. Sp. 133.

24.360

I documenti del convegno

disgiunzione dell’essere dal pensare, dell'uomo dalla natura, dell’attività dalla materia, del soggetto dall’oggetto : « se si fa questo distacco si cade in una delle tante forme di religione o nell’astrazione senza senso » \ Sotto altri aspetti essa è l’assorbimento del punto di vista superficiale delle scienze naturali2; l’accoglimento della «concezione della realtà oggettiva del mondo esterno nella sua forma più triviale e acritica, senza neanche sospettare che a questa può essere mossa l’obiezione di misticismo » 3, è un « ritorno implicito al sentimento religioso » 4.

La nozione di una oggettività sovrastorica, sopraumana, condizionante ma non condizionata rispetto al variopinto mondo dell’attività pratica e delle ideologie, e, più in generale, tutto il nodo di problemi che il marxismo ereditò, raffinandoli, dal materialismo tradizionale, sembrano estranei al pensiero di Gramsci. Per Gramsci non esist[...]

[...], è orientata anche la concezione gramsciana della scienza della natura. Anche se non mancano spunti di interpretazioni diverse, questa viene in genere considerata una tecnica di conoscenza particolare, cioè il metodo compilatorio, empirico; viene come bloccata nell’identificazione con questo metodo, resa incapace di trascendere se stessa e diventare vera conoscenza2. Non sembra di poter trovare, in Gramsci, tracce del motivo secondo cui « nelle scienze naturali, per il loro proprio sviluppo, è divenuta impossibile la concezione metafisica» (Engels). I risultati sempre superati e mutevoli e i metodi delle scienze naturali non rappresentano un caso generale della filosofia della prassi. Questa anzi è completamente indipendente, è la scienza autonoma del mondo umano, e ha da respingere rigorosamente ogni intromissione delle scienze naturali3, ogni pretesa di sussumerla a una teoria generale del materialismo o deiridealismo 4. Anche in merito a questi problemi tuttavia ci sono serie difficoltà di interpretazione: sia per le esitazioni di Gramsci, sia perché è chiara la tendenza generale del pensiero, ma non la consistenza di ciò che intanto

1 Per esempio in M. S., p. 28.

2 M. S., p. 54.

3 M. S., pp. 54, 56, 162.

4 M. S., pp. 1589. Uno spunto di interpretazione forse diversa della scienza della natura si ha a p. 142 di M. S... : « La scienza sperimentale ha offerto finora il terreno in cui una tale unità culturale ha r[...]

[...]laborazione » 4. Si hanno le idee chiare su singoli gruppi di questioni filosofiche, si è al livello della scienza, non ancora a quello del sistema.

Da sviluppare, da portare a compimento — ma non è opera a cui basti un solo libro o un solo uomo — è la filosofia implicita nel marxismo, cioè un modo originale specifico, nuovo, di risolvere i problemi filosofici. Esiste cioè una filosofia del marxismo fuori dei prestiti dalla sociologia e dalle scienze naturali. L’esperienza intellettuale più indicativa per questo sviluppo è quella di Labriola. « In realtà il Labriola, affermando che la filosofia della prassi è indipendente da ogni altra corrente filosofica, è autosufficiente, è il solo che abbia cercato di costruire scientificamente la filosofia della prassi » 5. Il marxismo deve diventare « una totale e integrale concezione del mondo, una totale filosofia e teoria delle scienze naturali » 6; « deve trattare tutta la parte generale filosofica, deve svolgere quindi coerentemente tutti i concetti generali di una metodologia della storia e della politica, e inoltre dell’arte, dell’economia, dell’etica e deve nel nesso generale trovare il posto per una teoria delle scienze naturali » 7.

1 Ai. Sp. 14.

2 Ai. S., p. 19.

3 Ai. S., pp. 13, 20. Purtroppo non ho potuto vdere l’articolo di Mirsky da

cui Gramsci dice di avere avuto queste notizie.

4 Ai. S., p. 131.

5 Ai. S., p. 79.

6 Al. S.f p. 157.

7 M. S., p. 128.366

I documenti del convegno

Questo sviluppo non può avvenire fuori della storia della cultura e della filosofia. Sono da respingere le sommarie e presuntuose valutazioni negative che Bukharin fa delle altre filosofie. Un pensiero che vuol diventare « l’esponente egemonico dell’alta cultura » 1 non può porsi che in una posizione di criti[...]

[...]etto del partito educatore, la critica alla sociologia e al materialismo metafisico, la fase infantile del marxismo, la sua incompiutezza, l’importanza di Hegel e del neohegelismo, non pare possano sussistere dubbi sull’ambiente intellettuale che Gramsci respira.

È anche certo che da questa cultura storicistica e umanistica dipendono alcune deficienze, la sottovalutazione della tradizione illuministica, la concezione per lo più negativa delle scienze naturali, la considerazione scarsa, benché contenente spunti di grande rilievo, della logica, della metodologia, della problematica del materialismo. Sembra tuttavia che una ricerca orientata a illuminare queste manchevolezze dovrebbe trovare contrappeso nella ricerca degli atteggiamenti polemici che Gramsci ha anche verso gli esponenti delle forme più razionali e realistiche di storicismo, nella ricerca delle effettive diversità fra il marxismo di Gramsci

1 Materialismo ed empiriocriticismo, Roma, 1953, p. 309
2 M. S., p. 159.

3 M. S., pp. 39, 75.368

I documenti del convegno

e lo storic[...]



da [Le relazioni] C. Luporini, La metodologia del marxismo nel pensiero di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]etto umano, come prassi sensibilerazionale) fra naturalità e storicità, che è indubbiamente, credo, il punto teorico più delicato di tutta la filosofia marxista. Da quel margine estremo, che si è detto, Gramsci indicava, tuttavia, lo sviluppo ulteriore della ricerca neirapprofondimento della tesi di Engels che « l’unità reale del mondo consiste nella sua materialità, e questa è dimostrata da uno sviluppo lungo e laborioso della filosofia e delle scienze naturali ». Ove Gramsci commentava dicendo che questa formulazione « contiene il germe della concezione giusta, perché si ricorre alla storia e all’uomo per dimostrare la realtà oggettiva » \ Notazione storicistica squisitamente gramsciana. Eppure solo chi avesse gli occhi bendati di dogmatismo e di scolasticismo potrebbe vedere in essa un qualche allontanamento dalla posizione dei classici (che non fu mai né empiristica, né positivistica, né materialisticovolgare). Proprio lo Engels, nel 1885, concludendo la sua prefazione alla seconda edizione dell’Antiduhring, sottolineava tale complessa storicità [...]



da Andrea Binazzi, Raffaele Pettazzoni in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...]odeo, di aver accreditato « l’interpretazione catartica della penitenza » rivelatasi sempre secondo lui, infondata e infeconda.

« Indubbiamente una tale formula scriveva POmodeo era necessaria al Pettazzoni come punto di riferimento per la silloge dei documenti: e questo minimo denominatore comune di tutti i fatti penitenziali è utile come principio di classificazione: ma bisogna mettere in chiaro che esso è uno schema simile a quelli delle scienze naturali, e non un concetto storicamente costruttivo ». L’opera, insomma, è frutto di rara, scrupolosa erudizione e in quanto tale meritoria al pari di tutti i repertori che « recano incremento all’esperienza umana dello storico », ma è da ritenere che « la costruzione di una teoria sulla vasta silloge dei documenti non solo sia fallita al Pettazzoni e sia rimasta senza presa sui documenti, ma che sia essa stessa impossibile », almeno come « sintesi storica secondo un organico processo di sviluppo »18.

Il Pettazzoni trovò poi il modo di rispondere a queste critiche severe e respinse, oltre all’acco[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] S. G. Graziano, Alcune considerazioni intorno all'umanesimo di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]tonomia che è criterio della stessa ortodossia la quale « non deve essere ricercata in questo o quello dei seguaci della filosofia della prassi, in questa o quella tendenza legata a correnti estranee alla dottrina originale, ma nel concetto fondamentale che la filosofia della prassi " basta a se stessa ", contiene in sé tutti gli elementi fondamentali per costruire una totale ed integrale concezione del mondo, una totale filosofia e teoria delle scienze naturali, non solo, ma anche per vivificare una integrale organizzazione pratica della società, cioè per diventare una totale, integrale civiltà » 1.
L'originalità di contenuto e di metodo della filosofia della prassi non può essere affermata se nel marxismo vengono distinte la filosofia generale dall'economia e dalla politica, considerate parti aggiunte. Né tanto meno se, con un procedimento implicitamente contraddittorio, si ricerchi una filosofia che possa essere assunta a base del marxismo: « la nuova filosofia non può coincidere con nessun sistema del passato comunque esso si chiami » 2 Nelle « [...]

[...]onente naturalistica del marxismo? Non si tratterà tanto di rilevare, con una considerazione piú facilmente immediata, il rivolgersi preminente del pensiero di Gramsci aile scienze umanistiche e storiche — a quelle cioè che, come scrive Gramsci in una nota 3, « si riferiscono all'attività storica dell'uomo, al suo intervento attivo nel processo vitale dell'universo » — quanto di definire il significato che, in esso, queste assumono rispetto alle scienze naturali, o piú esattamente, quanto le prime si estendono dialetticamente nelle altre nella considerazione del rapporto uomonatura. Si tratterà di esaminare con quale nesso viene considerato quell'« intervento attivo » dell'uomo nel « processo vitale dell'universo », alla luce di uno storicismo integrale, e del significato che viene ad assumere l'attività dell'uomo storicamente e dialetticamente « creatrice di tutti i valori, anche scientifici » 4. Nell'attività praticasperimentale dello scienziato, Gramsci indica « il primo modello di mediazione dialettica tra l'uomo e la natura », cioè di un rapport[...]

[...]enze di premesse obiettive in una giusta connessione del mezzo col fine. Si ricordi come l'oggettività del presente ricercata come studio delle situazioni per lo svolgimento di un programma riceve tale significato solo dalla connessione con il programma stesso e non indipendentemente da esso. E corree la previsione « significa solo veder bene il presente in quanto movimento » e non « determinazione di leggi di regolarità del tipo di quelle delle scienze naturali » 3. La metodologia storica non può affermare la propria scientificità in quanto studio di leggi di previsione. Quello della prevedibilità degli esiti degli accadimenti storici è il mito del causalismo meccanico, mentre in realtà si « prevede » nella misura in cui si applica « uno sforzo volontario e quindi si contribuisce concretamente a creare il risultato " preveduto " » . Prevedibile è la lotta, non I momenti di essa che sono « risultati di forze contrastanti in continuo movimento » 4. Per cui nelle analisi storicopolitiche la sopravvalutazione delle cause meccaniche quanto l'esaltazione [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Scienze naturali, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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